San Calimero
Sulle orme di San Nazaro e San Celso
Calcò corso di Porta Romana San Nazaro quando da Roma giunse a Milano per diffondere la fede cristiana nel I secolo d.C. Non lo chiamava certo così né immaginava che tre secoli più tardi, dopo aver attraversato un arco onorario, lo stesso cammino si sarebbe svolto fra due lunghe file di portici fino ad incontrare la porta d’accesso della città. Tanto meno avrebbe scommesso che Milano sarebbe diventata capitale dell’impero romano e non ci sarebbero più stati martiri cristiani perseguitati per la loro fede, proprio come sarebbe successe a lui.
Il vescovo Ambrogio, santo patrono di Milano, nel 386 d.C. trovò il corpo di San Nazaro insieme a quello del fido seguace Celso, entrambi martirizzati in quest’area. Ambrogio lo fece seppellire in una nuova basilica dedicata ai Santi Apostoli (oggi San Nazaro in Brolo) situata proprio sulla strada per Roma. In seguito attorno alla basilica si sviluppò un cimitero, a prova del legame dei milanesi per questo santo a cui venne poi intitolata la chiesa romanica costruita su quella più antica.
Anche a San Celso fu intitolata una basilica e le sue spoglie vennero custodite in un sarcofago che ancora oggi possiamo ammirare nel Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, in corso Italia (ex corso di San Celso).
- Pianta dell’area con la localizzazione dei monumenti di età romana e medievale. In evidenza i cinque saggi di scavo realizzati nel 2008 e nel 2016 in via Santa Sofia all’incrocio con corso Italia, durante i lavori per la linea M4.
- Il sarcofago di San Celso, le cui reliquie furono trovate da Sant’Ambrogio, è ora conservato nel Santuario di Santa Maria dei Miracoli, accanto alla più antica chiesa di San Celso. Al Santo erano intitolate la strada che ora si chiama corso Italia e il ponte che attraversava il Naviglio.
- La basilica di San Nazaro in Brolo è stata fondata da Sant’Ambrogio, che nel 386 d.C. la dedicò ai Santi Apostoli. Si trovava sulla strada diretta a Roma, l’attuale corso di Porta Romana. Attorno all’abside si conservano i sarcofagi del cimitero paleocristiano e altomedievale.
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La memoria del quartiere di San Celso
Lungo le mura medievali lambite dalla cerchia interna del Naviglio si apriva all’incrocio tra via Santa Sofia e Corso Italia (ex corso di San Celso) una porta secondaria, detta pusterla di Sant’Eufemia. La porta era preceduta da un ponte (ponte di San Celso) che superava il canale.
Fino ai primi del Novecento via Santa Sofia era in larga parte occupata dal canale, affiancato a sud-est dalla strada carrozzabile. La conformazione attuale risale invece al piano regolatore del 1953 che donò nuovo lustro a una zona quasi completamente rasa al suolo dai bombardamenti del 1943.
Con gli scavi archeologici preliminari del 2008 sono stati riportati alla luce 7 pilastri relativi ad un portico ad arcate prospiciente il Naviglio, probabilmente appartenente a un magazzino (sciostra) con accesso diretto per le barche che solcavano le acque del canale.I 4 saggi archeologici del 2016 ci hanno riportato ancora più indietro nel tempo: a quando ancora vi era il terrapieno difensivo medievale rifatto in muratura dopo le distruzioni del Barbarossa nel XII secolo, i cosiddetti “Terraggi di San Celso”, situati poco a nord del Naviglio. Sembrano infatti appartenere a questa struttura le porzioni di muro in mattoni ritrovate che affondano per oltre 5 metri sotto l’attuale suolo stradale
- Resti di 7 pilastri appartenenti a un portico ad arcate prospiciente il Naviglio, messo in luce nel 2008 durante gli scavi archeologici per M4.
- Stampa del 1886 di Dovera raffigurante il Naviglio di Santa Sofia con i caratteristici portici delle sciostre (Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, Castello Sforzesco, Milano).
- La basilica paleocristiana di San Celso, circondata da un cimitero, fu ricostruita in forme romaniche e ad essa in età viscontea fu affiancato il santuario di Santa Maria dei Miracoli, importante centro della devozione popolare in cui lasciarono la firma numerosi artisti.